La Sardegna ha una storia letteraria,che inizia soltanto nel 1500: una storia di opere soprattutto in versi che si sono venute moltiplicando specialmente nell'ottocento, il secolo in cui sono vissuti i massimi poeti in lingua sarda. Ma accanto alle poche decine di poeti di qualche rinomanza che si possono ricordare (e che comunque come Pietro Pisurci,"padre Luca" Cubeddu,Paolo Mossa e il gallurese Gavino Pes,sono sempre popolari e frequentati), c'e' un incredibile patrimonio di poesia popolare,ancora oggi viva e presente,soprattutto nelle comunita' rurali.
La Lingua Sarda
Quasi tutti i sardi oggi parlano l'italiano. Anzi, come viene notato spesso,lo parlano meglio di tanti altri italiani. Ma l'85% dei sardi-tutti quelli che vivono fuori delle città maggiori,e anche molti di quelli che vivono nei centri urbani-parla il sardo nelle sue principali varietà: si può calcolare che,su un milione e mezzo di sardi settecentomila vivono nell'area della varietà campidanese, cinquecentomila in quella logudorese,trecentomila in quella sassarese e gallurese (poche migliaia di algheresi parlano un dialetto di memoria catalana,e poche centinaia di abitanti di Carloforte un dialetto ligure).
L'atteggiamento di avversione al dialetto e' una delle caratteristiche delle politiche di colonizzazione,così come il dialetto (o meglio la lingua locale) e' uno degli indizi sintetici che permettono ad una comunità di riconoscersi come popolo,anzi come "nazione",anche quando questa nazione non sia riuscita a diventare stato.
Del resto la Sardegna ha avuto come lingua ufficiale,per almeno 4 secoli,il catalano e poi il castigliano: l'italiano vi e' poi arrivato con la conquista piemontese(1720)e ha cominciato ad essere parlato nelle città e dalle classi colte-soltanto verso la fine del secolo XVIII.
Sorge ora la questione se il sardo si deve considerare come dialetto o come lingua, e' evidente che esso e' politicamente uno dei tanti dialetti dell'Italia.
Ma dal punto di vista linguistico la questione assume un'altro aspetto. Non si può dire che il sardo abbia una stretta parentela con alcun dialetto dell'Italia continentale: e' un parlare romanzo arcaico e con proprie spiccate caratteristiche, che si rivelano in un vocabolario molto originale e in una morfologia e sintassi assai differenti da quelle dei dialetti italiani.
La distinzione tra lingue e dialetti e' come si sa difficile e spesso arbitraria. In generale si considerano "lingue" quei parlari che corrispondono a un'unita' politica e culturale; ma vi sono casi speciali. La Catalogna, per esempio, non e' mai stata uno stato indipendente eppure ha sviluppato una letteratura indipendente e originale; tutti i linguisti sono d'accordo nel concedere al catalano la prerogativa di "lingua".
Ora, la Sardegna, se si faccia astrazione dall'epoca dei giudici, non e' mai stata uno stato indipendente,e non si può neanche dire che abbia creato una letteratura di qualche rilievo; eppure il sardo si deve considerare una lingua per il fatto stesso che la lingua sarda non e' confondibile con nessun'altra, e come tale viene ora considerata da tutti i linguisti.